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| Titolo: The voice within’
Autore: _ToKkIa_
Rating: NC17 (solo perché ancora non ho completato neanche io la fan fiction, per adesso metto il rating più pesante, ma potrebbe anche calare al “R”)
Avvisi: Angst, Horror, Paranormal, Adult Content, Blood, Drug Use, Language, OFC/OMC, Violence, Slash, Smut,
Angolo della TokkiA: Ciao a tutti ragazzi!
Ho deciso di pubblicare anche qui la mia nuova fan fiction, a cui sono particolarmente affezionata!
Diciamo che questa è una rivisitazione della mia prima ff che ho scritto in assoluto sui Tokio Hotel, l’ho voluta reimpostare perché avevo molte nuove e diverse idee che si riferivano alla trama che avevo inventato per la prima stesura e anche perché essendo stata la mia prima ff il mio metodo di scrittura era orripilante xD
Che dire? Vi piaceranno i Tokio Hotel in versione vampiresca? Staremo a vedere…Baci a tutti!!!
(è la prima FF che posto qui, spero di essere all'altezza >.<)
L’immagine di copertina
È intestata “Black Down” perché su un altro forum avevo questo nick…buona lettura!! ^^
The voice within' - © 2010
I Tokio Hotel (Bill e Tom Kaulitz, Georg Moritz Hagen Listing e Gustav Klaus Wolfgang Schäfer), sono uno dei più famosi gruppi di musica rock-pop tedesca.
L’autrice non intrattiene con i succitati artisti alcuna relazione di tipo economico-collaborativo.
Questo testo narra eventi di pura fantasia, destinati al diletto ed all’intrattenimento di altri fans: non persegue alcun intento diffamatorio (né pretende di dare informazioni veritiere sulle persone di cui tratta) o finalità lucrativa.
Nessuna violazione dei diritti legalmente tutelati in merito alla musica ed alla personalità degli artisti succitati si ritiene intesa.
L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell’autrice (_ToKkiA_). Non ne è ammessa altrove la citazione totale né parziale, a meno che non sia stata autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.
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Con delicatezza mi sollevò dall’asfalto freddo. le sue mani incandescenti scorsero su tutta la mia schiena invadendomi totalmente. Voglia di esistere. Voglia di distruggere.
Ma voglia di essere accolto. Di essere di nuovo amato.
Mi sollevò in un abbraccio, poggiando il mio fragile nuovo corpo sul suo. La mia testa barcollando si posò dolcemente sulla sua spalla possente, in una stretta soave e sottile, come i suoi capelli che mi riempirono l’olfatto di cera, di fresco, di un liscio crespo che mi faceva volare.
Da quel momento.
Da quel preciso, breve, piccolo istante…
Mi accorsi che non sarei più rimasto lo stesso.
E che tutto quello per cui avevo vissuto fino a un momento prima sarebbe cambiato…o addirittura scomparso dalla mia nuova esistenza.
<< Finalmente ti ho trovato…finalmente sei con me, adesso…non ti perderò più. Starò per sempre accanto a te. Te lo giuro fratello mio.
Te lo giuro. Anche a costo della mia stessa vita >>
E sussurrando queste parole mi strinse ancora di più, mentre affondavo nel suo corpo di neve bollente.
“…Welcome to the jungle
It gets worse here everyday
Ya learn ta live like an animal
In the jungle where we play
If you got a hunger for what you see
You'll take it eventually
You can have anything you want
But you better not take it from me
In the jungle
Welcome to the jungle
Watch it bring you to your knees, knees
I wanna watch you bleed
And when you're high you never
Ever want to come down
You know where you are
You're in the jungle baby
You're gonna die
In the jungle…”
“…Benvenuto nella giungla
Peggiora giorno dopo giorno qui,
Impari a vivere come un animale
Nella giungla dove giochiamo
Se hai fame per quel che vedi
Alla fine ne avrai
Puoi prendere quel che vuoi
Ma meglio che non lo prendi da me
Nella giungla
Benvenuto nella giungla
Vedi che ti mette in ginocchio
Voglio vederti sanguinare
E quando ti sballi non vuoi mai,
mai tornare giù
Lo sai dove sei?
sei nella giungla baby
E ci morirai
Nella giungla
Benvenuto nella giungla
Vedi come ti mette
In ginocchio...”
*----------------------*
{ Introduzione – Il diario di Bill -
01 – La luna nuova
Le nostre mani scorrono nel vento.
Sento il mio viso accartocciarsi nelle correnti nordiche, piegarsi sotto questa luna nuova che stanotte rende tutto ancora più buio.
Sete.
Fame.
Solo questo, e gli occhi mi si appannano.
Mentre i passi scorrono nel fango, inzuppano e sporcano i vestiti che strisciano sul terreno, si strappano con violenza nell’attrito con gli arbusti, che provano a scalfirmi il viso.
Illusi. Non ci riusciranno mai.
Mai.
E poi…non adesso.
Non adesso che i nostri corpi strisciano silenziosi davanti all’entrata del paese.
Un piccolo e insignificante paese di montagna.
Che non sa cosa lo aspetta.
Non ne ha la minima idea…a chi sta aprendo le porte, stanotte.
Strisciamo ancora, e io in testa.
Ho più sete del solito, sono furibondo quando non mi nutro puntualmente.
Ma stanotte mi voglio divertire…mi voglio davvero divertire.
Dopotutto, è sabato sera, no?
Ci fermiamo. Mio fratello ha captato qualcosa, forse.
Annusa l’aria insistentemente, abbandonandosi agli odori e ci incoraggia con lo sguardo scuro ed eccitato a fare lo stesso.
Dischiudo le narici istantaneamente, seguito dagli altri due e una folata invitante mi invade i sensi…molto invitante.
Mio fratello ha sempre avuto molto gusto, questo lo devo ammettere, anche se quando cacciamo, facciamo sempre a gara.
Siamo molto competitivi anche in questo…ma alla fine ci divertiamo. Diciamo che è il nostro hobby personale.
E poi…anche noi abbiamo diritto a divertirci, una paio di volte alla settimana.
Anche per noi un po’ happy hour, per questo sabato sera.
Seguiamo mio fratello che ormai ha preso la scia e gli sto accanto senza sforzo, mentre gli altri due ci stanno ai lati.
Dopotutto, anche in questo caso dobbiamo mantenere la gerarchia.
Noi siamo i capobranco, loro sono solo parte del clan.
E così deve essere.
Soprattutto, odio quando Gustav fa lo strafottente e si dimentica della regola, fregandosi i pezzi migliori.
Di norma, le parti migliori spettano a noi.
Non esiste né lamentarsi, né discutere: la ragione spetta solo a noi capoclan, punto.
Tom si acquatta contro il muro. Come volevasi dimostrare il suo fiuto non fallisce mai, anzi…che bella provvista mi porterò per tutto il finesettimana…
Gli schiocco un sorrisetto complice e lui fa lo stesso, lasciando che i suoi denti bianchi mi scintillino negli occhi.
Dopodiché…
Che la festa cominci.
<< E allora io gli ho detto, no! Con me non attacca bello! E ci ha provato per tutta la settimana, stronzo che non è altro! >>
<< Oh, non avevo dubbi, quello fa il cascamorto con tutte…non farti incantare, ti prego Sasha, non ti merita >>
Una bionda e due more stanno passeggiando a ore tre, in un vicolo la vicino, chiacchierando animatamente e sono delle bombe della natura, devo ammetterlo.
Quasi mi dispiace consumare delle bellezze del genere…ma il mio egoismo è sfrontato, è palese per tutti .
E poi ne ho beccate tante migliori di queste…perché dovrei risparmiarle?
Proprio loro…cos’hanno di speciale?
Solo perché hanno due gambe da paura e dei tacchi stratosferici non significa che devo rimanere a digiuno per una settimana solo per colpa loro.
E poi…come si dice…ognuno ha i suoi gusti.
<< E io invece ti merito? >>
Alzo gli occhi al cielo sorridendo. Mio fratello non cambia mai. Sempre lo stesso. Ma mi piace la sua violenza perversa…mi fa sentire meno diabolico, ecco.
E poi…c’è più gusto a cacciare con lui. Ti fa sballare alla grande.
La mora si gira. Ha un visino dolce dolce di quelle fotomodelle in erba un po’ giovani, con delle guance rosate e con un seno prominente…anche troppo.
Ma se quelli erano i gusti di mio fratello…amen.
Così tutti e quattro usciamo allo scoperto. Georg sorride sornione verso la bionda, mentre io mi concentro sull’altra.
Ha un visino a cuore ma ha un paio d’occhi che sembrano di un felino. L’altezza non è male, anche se la bionda è tre volte più statuaria di questa, ma la cosa che più mi attrae sono le sue mani, decorate con uno smalto rosso e un ciondolo di metallo a forma di dragone a coronargli il collo nudo.
Sexi…molto sexi…
Georg si lamenta sempre dei miei gusti e certe volte lo appoggia pure mio fratello, lo spaccone.
Ma io non sono come loro. Diciamo che ho una certa classe nello scegliere.
Più che altro mi soffermo su piccoli particolari che mi eccitano o che mi incuriosiscono, o modi di fare disinvolti…però una cosa comune c’è.
Tigrotte sensuali e graffianti. Ecco come devono essere. Così c’è più gusto a farle crollare.
Lottano di più, le ragazze grintose.
E a me piace lottare.
Rimangono tra lo spiazzato e il meravigliato. Non so cosa stia passando nella loro testa, ma una cosa è certa: l’odore è davvero eccitante.
<< Ehm…ci conosciamo? >> chiede la bionda, che prende più coraggio rispetto alle altre due.
Così Gustav sfodera la sua arma migliore, ossia la voce: << Oh scusate ci dispiace avervi spaventate, Tom è sempre così…ecco… >> fa una pausa e si lecca le labbra fissando la bionda: << Scortese >>
Vedo la ragazza che per poco non gli crolla addosso, ma che alla fine fa la sostenuta, cominciando a balbettare con una voce fine e invitante: << Oh…ehm…no…cioè…non fa niente >> e la mora, la mia moretta selvaggia con quei capelli ricci e lunghissimi raccolti con un cerchietto sulla testa, irrigidirsi e andare nel panico: << Noi ce ne dovremo andare, scusateci ma siamo in ritardo >>
Così piglio la palla al balzo. Ormai tutto il gruppo sa che sono interessato alla mora.
Abbiamo dei segnali che tra di noi sono inequivocabili. Così li vedo osservarmi con naturalezza, mentre mi avvicino verso di lei sfoderando il mio sorriso: << Ma come? Già ve ne andate? Non penso proprio che le tue amichette ne abbiano voglia…o sbaglio? >> e mi giro in modo eloquente, fissando le due che ormai sono perse nel mondo dei sogni.
Per me è quasi normale sentire tutti questi sguardi addosso.
Dopotutto, è la nostra arma, la seduzione.
E io in particolare adoro mostrarla. Sentire che tutti mi crollano ai piedi con una facilità fuori dal normale mi da una sensazione di potenza…non che io non lo sia in realtà…anzi…a volte credo di sottovalutare anche troppo le mie potenzialità, in questo campo.
<< Beh…io… >> balbetta la mora spiazzata ancora una volta, così la prendo per il mento, stringendolo tra le dita: << Sai, sei così dolce quando fai così…non riesco a smettere di fissarti >>
Così presa alla sprovvista sento dei leggeri tremiti, ma ormai l’ho presa dai fianchi e la sto baciando così tanto che lei si abbandona nella mia morsa irresistibile.
Sento gli altri darsi da fare, ma non li guardo.
Ognuno ha il diritto alla propria privacy, dopotutto.
Dopo dieci minuti di preliminari e di sussurri all’orecchio, sento proprio che la moretta si è sciolta.
<< Sei stata fortunata ad incontrarmi oggi >> le sussurro con una risata sommessa.
<< Cosa? >>
<< Eddai…quando ti ricapiterà un’occasione del genere? Brava micietta…sei stata davvero brava…ma così brava che ti meriti un premio >>
Lei ride. Penso che sarà la sua ultima risata, così gliela faccio durare, per fargliela ricordare, per non fare troppo il sadico: << E sarebbe? >>
Mi da un altro bacio, ma quando mi fissa…
Sbianca.
Mentre la mia vista si inietta di rosso.
Mentre i canini escono dalle labbra, infilzandosi tra i denti.
Mentre il veleno con il suo dolce aroma salmastro mi entra in bocca.
<< Oh, micietta…questo è solo… >>
Apro la bocca.
Un ringhio gutturale mi esce dalla bocca, così sottile che solo lei riesce a percepirlo, mentre glielo butto nei timpani, mentre comincia a tremare e ad urlare, a divincolarsi nella mia stretta di marmo, che la soffoca come un pitone.
<< …un segreto >>
E i miei denti si avventano sulla giugulare.
E lei si agita, come avevo previsto. In una lotta molto breve ed effimera per la sua esistenza che ormai non ha scampo.
E stringo ancora di più. E le unghie le graffiano il volto per farlo inclinare ancora di più, per rendermi facile il giochetto.
E dopo.
Un flash.
All’ennesima potenza.
Libertà. Energia. Voglia di scappare fin sopra il cielo, scorticando le stelle.
Latte. Miele.
E voglia di infuocare questo mondo, con quanta potenza ho in corpo.
Mentre il sangue cola dalle mie labbra soddisfatte.
Mentre il veleno sprizza dai denti che risplendono riflettendo la luce delle stelle.
Mentre il ciondolo di dragone è solo un ricordo.
Un lieve, piccolo ricordo abbandonato sull’asfalto di una strada di paese, ricoperto da un odore di sangue vecchio e morto, e dalle macerie della poca vita che aveva seguito fino a quel momento.
Quel breve momento di luna nuova.
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